Dopo un'ora di vola da Masai Mara, nel pomeriggio del 10 Febbraio siamo arrivati a Kilimanjaro Kimana,
una riserva animale privata di African Safari Club.
Siamo stati sistemati nelle tende del Twiga Luxory Camp (twiga in swahili significa giraffa), una
sistemazione un po' insolita, che ci è piaciuta moltissimo perché molto diversa ed originale ed anche se un po'
spartana e meno privata, ci siamo goduti l'atmosfera, o meglio dire l'apparenza, di essere bianchi e ricchi in un safari africano.
Il giorno dopo, al mattino presto, siamo usciti per ammirare il monte Kilimanjaro sotto i raggi
del sole nascente e fare un giro per il parco, tutto sommato molto piccolo, circa otto chilometri quadri, ma molto ricco per quanto
riguarda la flora e fauna.
Twiga Luxory Camp era il posto più particolare e più lussuoso, anche se tutti non sarebbero d'accordo con questa affermazione, dove abbiamo alloggiato durante una settimana di safari. Per due giorni la nostra casa era una grande tenda, sopra la quale c'era un'altra tenda per proteggerci dal sole equatoriale. Il campo è di tipo aperto, vuol dire che non c'è un recinto che lo protegge, e così per le vie di campo passeggiavano liberamente anche gli animali. Durante una notte ci ha visitato anche un ippopotamo, di cui le profonde tracce cha ha lasciato nel terreno abbiamo visto la mattina dopo. La prima collazione era servita all'aperto, accanto ad un piccolo laghetto, pieno di ippopotami, la servitù con i guanti bianchi: l'atmosfera come nel film Neve su Kilimanjaro e devo dire che ci è piaciuta tanto, tanto.
Finito il safari, ci hanno portato con l'aereo a Mombasa da dove ci siamo spostati a Watamu. L'arrivo a Mombasa era particolare e spettacolare; dopo l'atterraggio su una pista in terra battuta l'aero ha rullato fino ad un bar, dove ci ha scaricati e dove si aspettava una bevanda tropicale, rinfrescante. Mi sono svaccato in una sedia di bambù, ho preso il mio bicchiere con la bevanda leggermente alcolica, come è abituale in questi paesi, e sorseggiavo leggermente il contenuto. Un leggera brezza piacevolmente passava sulla mia faccia e la mia anima era totalmente in pace, senza alcuna preoccupazione, senza alcun pensiero... Non so se mi sono mai sentito così bene in vita mia, così in pace con me stesso. Appartenevo allo spazio che mi circondava, alla savana che si prostrava davanti a me, alla natura, all’Africa. Era il momento quando ho capito che questo continente ha qualcosa di speciale, qualcosa di inesprimibile con le parole. Semplicemente, è una cosa che bisogna sentire sulla propria pelle.
Mentre aspettavamo il pullman per proseguire il viaggio, ho conosciuto un olandese che dopo aver capito che sono italiano ha iniziato di ripetere la parola "marinoma", come se fosse una parola italiana. Cercavo di spiegargli che questo termine non esiste nella nostra lingua, ma lui insisteva. Addirittura, voleva scommettere una birra sull'esistenza del vocabolo. Nel bar c'era una postazione internet è così, cercando, abbiamo trovato https://marinoma.jimdofree.com/ un blog con tale titolo. Quello insisteva che ha vinto lui, perché ha trovato la prova della sussistenza della propria affermazione ed io non riuscivo a spiegargli che si trattasse semplicemente di un titolo inventato, che non c'entra niente con la lingua stessa. Non è aiutato nemmeno il fatto che in nessuno dei vocabolari online si trovassi la famosa "marinoma". Alla fine della storia, gli ho pagato la birra per togliermelo dai piedi.