Il giorno 8, dopo circa un'ora di volo da Lago Nakuru, siamo arrivati a Masai Mara verso le quattro di pomeriggio. Il parco nazionale Masai Mara è uno dei più grandi e più conosciuti, non soltanto in Kenya, ma in tutta l'Africa. Si trova nel sud ovest di Kenya e occupa una superficie di oltre 300 chilometri quadri. Il parco ha avuto il nome dal fiume Mara che scorre in questa zona e dall'antica tribù Masai che vive là da millenni.
Ci siamo sistemati nei bungalow del Masai Buffalo Camp dove ci faceva compagnia una zebra di nome Emilia accompagnata dalle numerose scimmie. Emilia si trova là da tempo ed è anche molto socievole, permettendo ai turisti di accarezzarla e di fotografarla. Le scimmie invece non sembravano tanto amichevoli e nessuno ha provato ad avvicinarsi e tutto sommato non ci hanno dato fastidio.
Dopo la sistemazione, siamo partiti subito per il safari. Abbiamo fatto 3 uscite, due di mezza giornata e una giornaliera, in quale occasione abbiamo mangiato lunch pocket nella savana, nell'ombra degli alberi accanto al fiume Mara con una splendida vista sui coccodrilli che riposavano sulla sabbia, sotto il sole tropicale, dal quale noi ci nascondevamo. In questi 3 giorni siamo stati molto fortunati e abbiamo visto più di dieci leoni, che sono veramente numerosi e prevalentemente stanno nei gruppi di due o tre esemplari.
Ed ecco anche una curiosità dal mondo degli animali che ci hanno raccontato le nostre guide. Lo sapevate che leone maschio non fa un tubo? La leonessa caccia, cioè procura il cibo, si occupa dei piccoli e protegge la famiglia. Il maschio tutto il giorno è sdraiato in ombra di un albero e ogni tanto combatte con gli altri maschi (per divertimento, forse). L'unica sua funzione utile sembra riprodurre la famiglia e qui lo capisco, ma c'è anche una cosa proprio brutta: spesso cerca di ammazzare i piccoli per non avere i rivali quando questi crescono. A prescindere da questo ultimo fatto, una famiglia dei leoni sembra anche assomigliarsi ad una tradizionale famiglia keniana con una unica differenza, che i leoni non vanno nei bar locali a bere vino e birra di palma.
Nel parco abitano anche tantissime specie degli uccelli. Abbiamo avvistato i famosi struzzi, che non volevano correre, i falchi e degli uccelli a noi sconosciuti, ma molto belli con i colori molto vivi ed espressivi.
Vista la pioggia dei giorni precedenti, le strade di Masai Mara erano difficilmente percorribili; a volte
assomigliavano più ad un fiume che ad una strada.
Il terzo giorno ci è capitato di rimanere bloccati nel fango con entrambe le Jeep e ci siamo dati da fare. Abbiamo spinto, spinto
e dopo quasi due ore siamo finalmente riusciti a liberare i veicoli dal fango. Durante l'operazione ci siamo accorti che nelle vicinanze,
a non più di 300 metri, passeggiavano due elefanti. C'era un po' di nervosismo ma alla fine è tutto andato liscio e l'evento
ci è rimasto nella memoria e da raccontare agli amici.
Il giorno 10, dopo pranzo siamo partiti da Masai Mara verso la nostra ultima destinazione, Kilimanjaro Kimana, un piccolo parco sotto il famoso monte Kilimanjaro, che in effetti si trova in Tanzania e non in Kenya come all'inizio pensavamo.